Nota ai testi

I due volumi presentano gli scritti principali di Walter Binni sulla figura e l’opera di Ugo Foscolo, dalla recensione del 1948 della monografia di Claudio Varese Linguaggio sterniano e linguaggio foscoliano alla raccolta di saggi del 1982 Ugo Foscolo. Storia e poesia.

Il primo volume è occupato interamente dalle due dispense, riproposte per la prima volta in questa sede, del corso universitario Svolgimento della poesia foscoliana, che Binni tenne nel biennio 1949-1950/1950-1951 presso la Facoltà di Lettere e l’Istituto Magistrale dell’Università degli Studi di Genova, dove aveva preso servizio nel 1948 e dove sarebbe rimasto fino al trasferimento al Magistero di Firenze nel 1956. Il corso di argomento foscoliano, in evidente continuità con quello dell’anno precedente sul Neoclassicismo, rappresentò di fatto il primo atto della carriera universitaria di Binni e costituí anche la traccia tematica e strutturale per le lezioni pronunciate all’Università di Firenze nell’anno accademico 1958-1959. Del resto i corsi genovesi, proponendosi di tracciare «il cammino della poesia foscoliana» (I, p. 55[1]) dalla Raccolta Naranzi alle Grazie contengono, seppure in forma ancora provvisoria, i temi principali della riflessione critica che troverà pieno sviluppo nei due decenni successivi, a partire dall’excursus sulla storia della critica foscoliana, che occupa la prima parte delle dispense e che, aggiornato e accresciuto della sezione antologica, sarà riedito in volume nel 1957. Molti altri sono i settori d’indagine ripresi e approfonditi nei saggi che seguiranno: all’appena citato si aggiungano l’analisi dell’Ode alla Pallavicini, condotta sulla base della precisa definizione e del confronto delle due essenziali fasi elaborative, e dell’Ortis nelle sue stratificazioni, in particolare le «quarantacinque lettere» bolognesi e l’edizione milanese del 1802; l’interpretazione dell’Ajace come opera fondamentale degli anni di passaggio dai Sepolcri alle Grazie; le Grazie stesse, collocate nel drammatico scorcio del dominio napoleonico in Italia e con ciò sottratte all’allora corrente loro attualizzazione nell’ottica della poesia pura novecentesca. Ma le dispense genovesi contengono anche una serie di prese di posizione e di giudizi, tutt’altro che ovvi nel panorama degli studi critico-letterari del tempo, che in seguito non saranno ulteriormente elaborati: la lettura tematico-stilistica dei dodici sonetti e dei Sepolcri, l’altissima valutazione della seconda Ode, il rilievo concesso alla Chioma di Berenice nella costituzione della poetica classico-romantica foscoliana (una categoria storiografica che rimarrà sempre presente negli studi, non solo foscoliani, del critico perugino). Nel loro complesso le dispense documentano l’aspirazione di Binni a un’interpretazione globale dell’opera e della personalità di Foscolo sullo sfondo storico del fallimento rivoluzionario, della grande letteratura europea fra Sette e Ottocento e della tradizione libertaria e materialista italiana da Alfieri a Leopardi; interpretazione globale che in un primo tempo si presentò come necessità didattica (e piace sottolineare l’inseparabilità di questo avvio degli studi foscoliani dall’attività del giovane docente) e che nei decenni seguenti fu sempre avvertita come indispensabile dallo studioso, anche quando rimase implicita e il suo esercizio critico preferí concentrarsi sui temi monografici di cui abbiamo appena detto.

Per il testo delle dispense universitarie ci siamo avvalsi dell’esemplare che si trova presso l’archivio dell’autore, ciclostilato, con correzioni interlineari manoscritte in inchiostro blu anch’esse ciclostilate, che integrano parole e lettere mancanti ed emendano errori di battitura. Il primo volume delle dispense consta di 266 pagine e reca il seguente frontespizio: «Facoltà di Lettere dell’Università di Genova. Istituto Universitario di Magistero. Prof. Walter Binni. Svolgimento della poesia foscoliana I. Corso di Letteratura Italiana. Anno Accademico 1949-1950. Libreria Mario Bozzi, Via Cairoli, 6 rosso, Genova 1950». Il secondo, di 376 pagine, reca il seguente frontespizio: «Facoltà di Lettere dell’Università di Genova. Istituto Universitario di Magistero. Prof. Walter Binni. Svolgimento della poesia foscoliana II. Dai Sonetti alle “Grazie”. Anno Accademico 1950-1951. Libreria Mario Bozzi, Via Cairoli, 6 rosso, Genova 1951». Come indica una segnalazione in nota (I, p. 171, nota 2), ciascun volume era accompagnato da un’«Appendice» contenente i testi foscoliani discussi durante il corso universitario, della quale però non è stato possibile rintracciare le copie.

Per la trascrizione abbiamo optato per un criterio parzialmente conservativo, limitandoci a integrare la punteggiatura (quando necessario alla comprensibilità del testo), a normalizzare gli accenti secondo l’uso corrente e a uniformare l’uso oscillante delle maiuscole. Gli errori di battitura e i refusi evidenti, sfuggiti alla revisione autoriale, sono stati rettificati direttamente nel testo senza darne indicazione, cosí come sono state introdotte le integrazioni e le correzioni manoscritte presenti nell’esemplare. Il carattere corsivo è stato applicato sistematicamente per le parole sottolineate, per i termini stranieri e per i titoli delle opere (nel dattiloscritto di solito fra virgolette doppie). Le citazioni sono state inserite fra caporali o, quando piú lunghe di tre righe, generalmente nell’infratesto in corpo minore. Il rimando alle opere citate è stato mantenuto a testo entro parentesi tonda, scelta nettamente prevalente rispetto alla nota a piè di pagina. È stato conservato l’uso dei capoversi.

Con le eccezioni di una voce enciclopedica e di tre recensioni, il secondo volume è costituito dai saggi degli anni 1954-1978 raccolti da Binni nell’edizione einaudiana Ugo Foscolo. Storia e poesia (1982). Secondo le intenzioni dell’autore la raccolta avrebbe dovuto costituire il preludio a una vasta monografia, rimasta inedita e allo stadio redazionale di «brogliaccio», sulla «complessa, irrequieta, dinamica vicenda personale e letteraria di Foscolo» (II, p. 263), dedicata, cioè, a una valutazione generale dell’esperienza storica, umana e artistica del poeta, resasi nel frattempo meglio praticabile anche grazie ai testi editi nel trentennio 1950-1980 nell’Edizione Nazionale delle Opere di Ugo Foscolo. La volontà di dare corpo a una lettura unitaria dell’opera e della personalità del poeta si osserva infatti nella stessa struttura generale del volume einaudiano, i cui saggi sono disposti secondo la cronologia degli argomenti trattati, sono preceduti da un intervento introduttivo sul significato storico della figura di Foscolo e sono seguiti da un profilo aggiornato di storia della critica foscoliana, a conferma della validità della proposta metodologica avanzata negli anni Cinquanta. Il libro presenta il seguente indice: I. Premessa; II. L’intervento storico poetico del Foscolo; III. L’Ode alla Pallavicini nello svolgimento del primo Foscolo; IV. Introduzione alle «Ultime lettere di Jacopo Ortis»; V. Il «Socrate delirante» del Wieland e l’«Ortis»; VI. L’«Ajace» del Foscolo; VII. Vita e poesia del Foscolo nel periodo fiorentino 1812-13; VIII. Storia della critica foscoliana.

In conformità con i criteri adottati per la collezione delle Opere complete di Walter Binni riproduciamo gli otto interventi secondo il testo stabilito per l’edizione Einaudi, dunque secondo l’ultima volontà dell’autore, ma seguendo l’ordine cronologico della loro pubblicazione. In prima sede appare pertanto il saggio dedicato all’ideazione delle Grazie, parzialmente coincidente con il testo della conferenza Foscolo a Firenze, pronunciata nell’ambito di un ciclo di lezioni organizzate dall’Unione Fiorentina (8 aprile 1954) e in seguito pubblicata nel volume L’Otto-Novecento (1957). Nella sua veste definitiva e con il nuovo titolo Vita e poesia del Foscolo fiorentino il contributo apparve prima su «La Rassegna della letteratura italiana» (1954) e quindi nella prima edizione della raccolta Carducci e altri saggi (1960). Segue lo studio sulla presenza e il significato del Socrate delirante nell’Ortis. Si tratta di un lavoro che nasce dalle ricerche condotte per il corso universitario sul Neoclassicismo del Settecento (a.a. 1948/1949) e che testimonia l’importanza attribuita da Binni all’accertamento della fonti, quando considerate «elementi di contatto con la storia e la letteratura del tempo» e che perciò permettono di guardare al testo come a una «creazione laboriosa e geniale dentro la storia» (I, p. 274). Pubblicato prima in rivista (1959), il saggio fu poi incluso nella raccolta di studi settecenteschi Classicismo e neoclassicismo nella letteratura del Settecento (1963). In terza e quarta posizione sono collocati i contributi sull’Ajace e sull’Ortis: il primo edito su «La Rassegna della letteratura italiana» (1961) e ristampato nella seconda edizione corretta e ampliata della raccolta Carducci e altri saggi (1967); il secondo nato come testo introduttivo per un’edizione economica delle Ultime lettere (1974) e riprodotto senza varianti in Letteratura e critica. Studi in onore di Natalino Sapegno (1977). Il saggio sull’Ortis coincide con una nuova fase dell’impegno critico di Binni dopo un decennio consacrato ai lavori di argomento settecentesco e leopardiano. Le nuove ricerche, volte soprattutto al primo segmento della vicenda biografica e letteraria del poeta, danno origine al saggio sull’Ode alla Pallavicini, pubblicato nel volume collettaneo Studi in memoria di Luigi Russo (1974) e ristampato in Due studi critici: Ariosto e Foscolo (1978). Al profilo bio-bibliografico concepito per la voce Foscolo dell’«Enciclopedia Europea» (1977) segue L’intervento storico poetico del Foscolo, che deriva dal testo della prolusione pronunciata nell’ottobre 1978 in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della nascita del poeta presso l’Accademia Nazionale dei Lincei e che fu riproposto nell’ambito del convegno veneziano consacrato alla formazione foscoliana (1778-1797) presso la fondazione Cini. Con il titolo originale Foscolo oggi: proposta di una nuova interpretazione storico-critica il testo della conferenza, annotato e rivisto, apparve prima su «La Rassegna della letteratura italiana» (1978), quindi in apertura del primo volume degli Atti dei Convegni Foscoliani (1988) e, in estratto, nell’articolo L’accento è quello di un moderno, pubblicato su «L’Unità» (1978). È quindi ristampata la Storia della critica foscoliana secondo il testo della raccolta Einaudi, comprensivo degli ultimi orientamenti della critica e privo della sezione antologica aggiunta nell’edizione del 1957. La prima redazione della Storia della critica, dai contemporanei di Foscolo allo studio di Fubini del 1949, apre il primo tomo delle dispense del corso universitario 1949-1950 (I, pp. 17-64), a testimonianza della volontà di Binni di analizzare l’opera foscoliana a seguito di un’ampia rassegna delle istanze ideologiche e metodologiche che avevano condizionato la sua ricezione e prodotto le principali interpretazioni. Con alcune modifiche i primi quattro paragrafi dello Svolgimento della poesia foscoliana furono ripresi, con il titolo Linee di una storia della critica foscoliana fino al De Sanctis, negli «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa» (1951); quindi, in versione aggiornata e incrementata fino agli studi degli anni Cinquanta, nella voce Ugo Foscolo della collana I classici italiani nella storia della critica (1955) e infine nel volume Foscolo e la critica (1957), con l’aggiunta di un’appendice bibliografica e di una scelta dei contributi piú significativi per la determinazione dello svolgimento del problema critico foscoliano negli ultimi centocinquant’anni. La ristretta e originale selezione antologica costituisce un complemento importante della rassegna critica presentata nella prima parte del libro e proposta come linea interpretativa entro il processo costitutivo della moderna cultura nazionale. Anche in ragione della loro esclusione dalla presente edizione, giova ricordare i diciannove brani antologizzati, indicando tra parentesi i titoli delle opere da cui sono estratti. In apertura sono collocati il medaglione dedicato a Foscolo dalla Teotochi Albrizzi (Ritratti) e il piú notevole tra i profili autobiografici foscoliani d’intento critico e auto-apologetico (Essay on the present literature of Italy). Seguono i brani relativi alle posizioni della prima critica romantico-risorgimentale, non privi di elementi di notevole interesse nonostante le pregiudiziali morali e politiche che li originano. Sono questi i casi esemplari degli articoli ostili di Scalvini (Intorno alle «Ultime lettere di Jacopo Ortis») e di Tommaseo (Dizionario d’estetica) e – con finalità opposta – delle pagine di Mazzini (Introduzione agli Scritti politici inediti di Ugo Foscolo), che promuovono il culto risorgimentale del poeta; culto che sarà poi «precisa[to]» da De Sanctis «nella storia dello spirito foscoliano» (I, p. 38) e che rimane vitale anche nello studio di Carducci (Adolescenza e gioventú poetica di Ugo Foscolo), indicato come modello di critica estetica e ricognizione storica. La grande sintesi desanctisiana (Ugo Foscolo), che conta un precedente non sottovalutabile nella biografia di Carrer (Vita di Ugo Foscolo), costituisce un riferimento imprescindibile per il nuovo corso della critica foscoliana preparato dalla scuola storica e siglato dalla monografia di Donadoni (Ugo Foscolo pensatore, critico e poeta). I brani successivi documentano il dibattito successivo alla prima guerra mondiale intorno a due problemi critici che comportano la revisione sostanziale degli schemi interpretativi desanctisiani: da una parte la ridefinizione della posizione storica e politica di Foscolo nel contesto del dominio napoleonico – problema che trova una matura sistemazione nel saggio del liberal-gobettiano Salvatorelli (Il pensiero politico italiano dal 1700 al 1870) – e, dall’altra, all’interno della cultura idealistica, la rinnovata valutazione delle opere maggiori e segnatamente dei due carmi. L’esigenza di restituire la complessità e l’articolazione dei Sepolcri sottraendoli all’unilateralità dell’interpretazione e del giudizio desanctisiani è testimoniata dagli studi di Citanna, di stretta osservanza crociana (La poesia di Ugo Foscolo), e di Momigliano (La poesia dei «Sepolcri»). Il processo attraverso il quale si realizza la rivalutazione critica del secondo carme – sottratto all’ipoteca ottocentesca e indicato dalla critica idealistica ed ermetica come il vero culmine della lirica foscoliana – è esemplificato dalle osservazioni di Croce (Foscolo), dalla lettura stilistica di De Robertis (Linee della poesia foscoliana), dalle precisazioni di Russo sull’intimo legame tra il primo e il secondo carme (Ugo Foscolo poeta e critico), dalla celebrazione della grandezza europea delle Grazie nella sintesi di Flora (Storia della letteratura italiana). Ciononostante è lo studio di Fubini nella monografia del 1928 (Foscolo) a realizzare un approfondimento essenziale dell’interpretazione idealistica delle Grazie tramite una piú articolata impostazione del problema della poesia e della personalità foscoliane. Il fondamentale contributo del «maggiore foscolista del Novecento» (II, p. 159) allo svolgimento della critica si prolunga, oltre il discrimine della seconda guerra mondiale, negli studi dedicati a settori fino a quel momento meno indagati, tra i quali il filone didimeo-sterniano (Introduzione a Ugo Foscolo, Prose varie d’arte). Nelle successive ristampe di Foscolo e la critica la sezione antologica è incrementata con due estratti dai saggi di Binni sull’Ajace e sul Foscolo fiorentino, a documento dell’ultima fase della critica foscoliana «fra letteraria ed erudita» (I, p. 63).

A conclusione di questo secondo volume è posta la Premessa, datata «Roma, 4 novembre 1981», alla raccolta einaudiana: lucido consuntivo del ruolo occupato da Foscolo nell’ambito della letteratura nazionale ed europea e specificamente nell’attività critica di Binni.

L’appendice è composta di due recensioni a studi d’argomento foscoliano: la monografia di Claudio Varese: Linguaggio sterniano e linguaggio foscoliano (1947), e l’edizione delle Poesie satiriche di Foscolo, curata da Guido Bezzola (1951); le recensioni agli studi di Varese (1948) e Bezzola (1953) si presentano come veri e propri saggi, non privi di anticipazioni e dell’esatta individuazione di alcuni dei temi, poi ricorrenti, dell’interpretazione binniana di Foscolo. È il caso in particolare dell’intervento del 1948 – il primo dedicato al poeta dopo le pagine manualistiche in Scrittori d’Italia (a cura di N. Sapegno, G. Trombatore, W. Binni, vol. III, I ed. Firenze, La Nuova Italia, 1946, pp. 97-205) – dove Binni indica nella prosa didimea l’approdo a quella «modernità vigile e ricca di un’ambigua complessità» (II, p. 272) destinata a realizzarsi pienamente nella poetica delle Grazie, ovvero nella massima espressione del «classicismo romantico che pone Foscolo accanto alla grandezza di Keats» (II, p. 273).

Per ragioni di carattere editoriale si è scelto di escludere dalla presente raccolta gli scritti di Binni che configurano fasi redazionali intermedie o parziali e che non apportano varianti significative ai testi dell’edizione Einaudi. Sono stati esclusi anche i sintetici profili, i commenti e le scelte antologiche presenti nelle edizioni scolastiche: i casi delle sezioni foscoliane di Scrittori d’Italia, di Antologia della critica letteraria, a cura di W. Binni e R. Scrivano, I ed. Milano-Messina, Principato, 1961, pp. 748-787, e di Storia letteraria delle regioni d’Italia, a cura di W. Binni, N. Sapegno, Firenze, Sansoni, 1968, p. 204.

Sandro Gentili, Chiara Piola Caselli


1 Per le citazioni della Nota ai testi si fa sempre riferimento al volume (in numero romano) e alla pagina della presente edizione.